La romana Ginevra Barboni tra le 50 registe più promettenti al mondo
Ginevra Barboni, romana, è figlia e nipote d’arte. Il talento scorre evidentemente nelle vene della Famiglia, ed è giunta da poco la notizia che Black Lab Film Co lo ha riconosciuto e ha inserito Ginevra Barboni tra le 50 registe più promettenti al mondo. Dopo i successi riscossi all’estero e non solo in Italia del suo primo cortometraggio La vita che ti aspetta, Ginevra è concentrata per realizzare un nuovo lavoro che ha scritto insieme al padre. Si tratta del corto La chiusura del cerchio, dalla delicata sceneggiatura che tocca la tematica dell’eutanasia.
“Nasco a Roma il 4 giugno 1989. Dopo aver conseguito due stage in “filmaking” e “digital filmaking” presso la “New York Film Academy” di New York, nel dicembre 2013 ho conseguito la laurea triennale in Studi Italiani presso l’Università La Sapienza di Roma con una tesi in critica letteraria dal titolo “Perelà, un uomo di fumo a cavallo fra due secoli” – racconta di sé Ginevra.
Suo nonno è stato E. B. Clucher: da Lo chiamavano Trinità in poi, tanto per citare un titolo tra i tanti film che ha diretto, ha fatto un pezzo di storia indimenticabile del nostro cinema. Suo padre, Marco Tullio, è noto sceneggiatore di cinema e tv, e negli ultimi anni anche scrittore di successo.
E’ del 2016 la Laurea Magistrale in Televisione, Cinema e New Media di Ginevra, conseguita presso l’Università IULM di Milano con una tesi, seguita dal prof. Giovanni Chiaramonte, intitolata “Lo Specchio di Andrej Tarkovskij: un film tra memoria e ricordo.
“In quello stesso anno frequento il corso di formazione “Scrivere con la luce” di Ercole Visconti presso la Scuola Civica di Cinema Luchino Visconti di Milano, e l’anno seguente partecipo alla Masterclass “Showrunner: creare e produrre serie tv” di Neil Landau dell’ UCLA, School of Theatre, Film and Television” – ricorda Ginevra con tanta nostalgia.
Nell’inverno del 2016 ricopre anche il ruolo di assistente alla regia nel programma “Master of Photography” prodotto da Sky Arte e nel 2017 come operatrice di macchina in studio e per i confessionali nella seconda edizione dello stesso programma.
Non contenta di aver già ottime basi professionali, Ginevra si specializza ulteriormente lo scorso anno con un master in “Direttore della fotografia, operatore di ripresa e montaggio” presso l’Accademia Nazionale del cinema di Bologna tenuto dai docenti Mauro Marchetti, Rocco Marra e Paolo Vanghetti.
Ginevra continua a raccontarsi con il suo sorriso luminoso, che non la abbandona mai: “Ho imparato nel set a lavorare la fianco di mio padre già dal 2008, come assistente alla regia e aiuto operatore per suoi cortometraggi, tra i quali “Il grande forse” con Philippe Leroy e Roberto Andreucci. La fotografia era di Maurizio Calvesi e le Musiche di Franco Micalizzi. Ho poi continuato con “Chimeres Absentes” di Fanny Ardant, “Pensiero Giallo” ed “Idea Malvagia” di Pierfrancesco Campanella, e ho fatto anche il direttore della fotografia nel film “Tundra” di Federico Mattioni. E di mio nonno ho sempre ammirato tutta la sua produzione, ovviamente”.
Quest’anno Ginevra Barboni ha realizzato come autrice, produttrice e regista, la sua opera prima, il cortometraggio “La vita che ti aspetta”, insieme al collega ed amico Tommaso Maggi, figlio d’arte anch’egli: suo padre Angelo Maggi è quel magnifico doppiatore che tutto il mondo conosce, ad esempio, come voce italiana di mostri sacri come Tom Hanks o Bruce Willis.
“Sono così felice che la mia prima creatura cinematografica abbia già riscosso finora ben quindici riconoscimenti: da poco tempo l’abbiamo presentato ai festival internazionali, ed è stato un esordio straordinario”.
Ricordiamo infatti che la pellicola ha vinto come miglior sceneggiatura originale al Los Angeles Film Award, miglior cortometraggio a tema LGTBQ al Detroit Shetown Film Festival e miglior cortometraggio a tema LGTBQ al Lady Filmmakers Festival.
A cio’ si sono aggiunti altri prestigiosi traguardi: miglior cortometraggio italiano alla competizione mensile e Grand Jury Award alla competizione annuale all’Oniros Film Festival; premio “La città del cortometraggio” al Social Word Film Festival; miglior regista del festival al Barcelona Planet Film Festival.
Per concludere, miglior cortometraggio e miglior Cinematographer all’European Cinematography Award; Award of distinction al Canada Short Film Festival; e ben 4 nominations: all’Indie Short Fest del Los Angeles International Film Festival come miglior cortometraggio a tema LGTBQ e miglior regista; come miglior cortometraggio straniero al Gold Movie Award; per la miglior attrice protagonista al Barcelona Planet Film Festival.