A TU PER TU CON IL PITTORE ALESSANDRO MAIO
Buongiorno Alessandro, da quando hai cominciato a “sentire” la passione per la pittura?
R- la passione per la pittura l’ho avuta da sempre, ricordo, quando ero ragazzino, i miei tenevano in casa dei barattoli di smalto che utilizzavano di tanto in tanto per dare una rinfrescata agli infissi. Io giocavo con quei barattoli, li aprivo, mi piaceva sentire l’odore della vernice, poi prendevo i pennelli e dipingevo su tutto ciò che trovavo. Crescendo ho coltivato la passione, ho studiato da autodidatta la tecnica e ho letto anche diversi libri di arte e di storia dell’arte, ovviamente da autodidatta senza mai frequentare corsi specifici.
Quali sono i maestri della storia dell’arte dai quali trai ispirazione?
R- Sono tanti, ne cito soltanto alcuni, quelli verso i quali mi sento più vicino: Hieronymus Bosch, pittore olandese della fine del ‘400, precursore di quella che secoli dopo sarà la pittura surreale. George Grosz espressionista tedesco dei primi del 900, Georges Mathieu, pittore francese degli anni ‘50 del Novecento, esponente dell’Espressionismo astratto. Mario Schifano, esponente di spicco della cosiddetta “Scuola di Piazza del Popolo”La pop art italiana o arte popular. Poi i maestri che operano o hanno operato nella mia provincia: Gigi Martorelli scomparso purtroppo qualche anno fa ed il Maestro e caro amico, John Picking. Cito John tra gli artisti del territorio perché vive da molto tempo a Militello Rosmarino (Me) ma è un pittore affermato a livello nazionale e conosciuto anche a livello internazionale.
Mi parli della tue prime mostre?
R- La prima mostra nasce per caso: Stavo organizzando, a Taormina, con il mio amico Giuseppe Filistad, una mostra di artisti storicizzati del secondo 900 italiano, e pittori emergenti siciliani. Giuseppe che conosceva la mia passione e aveva avuto modo di vedere i miei dipinti, mi invita ad esporre. In un primo momento non volevo accettare perché non mi sentivo ancora pronto ed anche perché non volevo esordire in una mostra da me curata, però mi convinco ed espongo tre tele dipinte con delle figure surreali. Devo dire che sia i miei dipinti che la mostra hanno avuto un buon successo, quindi mi sento incoraggiato a continuare. Qualche anno dopo, mi invitano, sempre a Taormina, a palazzo Corvaja, ad una collettiva (circa 15 pittori) a tema, il tema era la Sicilia. Presentai una tela di grandi dimensioni, visto che lo spazio lo permetteva, dipinta con delle sfumature di colori molto forti, i nostri colori mediterranei, il rosso, il giallo, il blu ed il verde ed al centro vi era una campitura di bianco come se fosse una finestra, un portale verso un’altra dimensione, sul bianco avevo dato delle velature molto leggere di rosso e di verde per raffigurare la bandiera italiana e su questa campitura dipingo sopra una pala di ficodindia, anzi ne dipingo tre per dare l’impressione che ruotassero, come se fluttuassero all’interno di questo spazio. Questa “pala” possedeva una doppia caratteristica: quella di avere una forma triangolare come la Trinacria e di avere inglobato al suo interno il frutto, il ficodindia. Questo frutto tipico della nostra terra, molto dolce succulento, ma che all’interno è ricco di semi e all’esterno è coperto di spine, una metafora, un emblema della nostra terra. Con questo dipinto vengo premiato con una menzione di merito. Quindi mi sento ancora incoraggiato a continuare ad esporre.
So che da qui inizia il tuo percorso, ce lo vuoi raccontare?
R- dal 2012 al 2019 partecipo a diverse mostre personali e collettive. Espongo con la galleria Spazio Arte, ad Adrano, a Catania alle Ciminiere, a Siracusa, a Palazzo Ceramico di Caltagirone, a Milazzo. Allestisco una mostra personale a Palermo presso la galleria L’altro Arte contemporanea di Nicola Bravo e una personale a Messina presso il museo Armando Penna. Il mio amico prof. Mimmo Legato mi invita ad una collettiva(circa 20 artisti) in Calabria presso il museo del presente di Rende (CS). Partecipo su invito ad una collettiva a Roma presso il Mitreo di Iside a Corviale. Con la galleria Spazio Arte di Adrano, partecipo ad Expo arte Padova ed Expo arte Genova. Il mio amico pittore Sebastiano Parasiliti, cura una mia personale a Domodossola. Partecipo su invito a Torino ad una collettiva presso l’associazione Ossimoro e a Milano alla mostra collettiva sul “Neocostruttivismo” presso la storica libreria Bocca in galleria Vittorio Emanuele. Nel 2014, su selezione, partecipo alla prima mostra di rilievo, presso l’università La Sapienza di Roma, mostra curata dal Prof. Daniele Radini Tedeschi e inaugurata dal prof. Achille Bonito Oliva. L’ intento di questa mostra era quello di fare il punto sull’arte in Italia a partire degli anni 2000 ed era accompagnata dalla pubblicazione di un volume di storia dell’arte: “la Tiltestetica” edito da Mondadori, con testi di Achille Bonito Oliva, Daniele Radini Tedeschi, Pierre Restany, Luca Beatrice, Maurizio Calvesi ecc.
Da quello che mi racconti, la mostra alla Sapienza è un evento che ti ha aperto la strada verso esposizioni di maggiore rilievo a livello nazionale?
R- Si, dopo questa importante mostra faccio stampare un catalogo con il mio curriculum e le foto dei miei dipinti e lo spedisco al Prof. Enzo Le Pera, direttore di una storica galleria d’arte a Cosenza. Il prof Le Pera visiona il catalogo e apprezza il mio lavoro, pubblica le mie opere su dei volumi editi da Rubbettino, “Percorsi d’arte in Italia” curati appunto da Enzo Le Pera e dal prof. Giorgio di Genova, storico dell’arte e curatore di due edizioni della biennale di Venezia, Il prof Di Genova è anche autore dell’enciclopedia dell’arte contemporanea suddivisa per decenni, in diversi volumi. Nel 2016 il Prof. Enzo Le Pera ed il prof. Giorgio Di Genova mi invitano al prestigioso premio Sulmona, nel 2017al premio Arco di Traiano “Stregarti” a Benevento e nel 2018 ad una mostra collettiva presso il museo comunale di Praia Mare (Cs). Su segnalazione vengo invitato al premio “Pittura e Poesia” di Roseto degli Abruzzi (Te).
Hai ricevuto dei premi in queste manifestazioni?
R- Riguardo ai premi, oltre alla menzione di merito per l’opera sulla Sicilia, ricevo altre due menzioni di merito per delle mostre in Sicilia ma il primo riconoscimento in una importante mostra nazionale, mi viene conferito dal prof. Giorgio di Genova e consiste in una menzione di merito alla collettiva presso il museo comunale di Praia a Mare (Cs). Al premio “Pittura e Poesia” a Roseto degli Abruzzi vengo premiato con l’acquisto dell’opera in concorso da parte dell’associazione promotrice. E alla 9 esposizione artisti siciliani, presso il porto turistico di Capo d’Orlando vengo premiato con il primo premio della giuria tecnica ex equo con il Maestro John Picking, nell’evento era previsto anche il voto del pubblico e il mio dipinto arriva secondo nel voto popolare. Quindi una doppia affermazione che non può non rendermi felice.
Ci sono tue opere in collezioni pubbliche?
R- Si, nel mio Comune, nei saloni di Piazza dello Zodiaco (Piazza Autonomia) Torrenova (Me), sono esposti in permanenza due pannelli .Un altro pannello e’ in permanenza nel cortile del museo di arti e mestieri, nella frazione di Cagnanò nel comune di Naso (Me). Poi a Mendicino (Cs) presso il museo del “Maccaturo”, al museo comunale di Praia a Mare (Cs), a Benevento presso il museo della “Janara” (Strega). Una mia opera è stata approvata dal prof. Paolo Giansiracusa, professore ordinario di storia dell’arte, presso l’Accademia di Belle Arti di Catania, per essere esposta in permanenza nella galleria Civica di arte contemporanea di Troina (En). Per il gruppo di musica etnica “i Malanova”, ho illustrato la copertina di un brano, presente all’interno di una raccolta.
All’inizio, hai affermato che le tue prime opere, contenevano delle figure, anche se surreali o metafisiche (la pala di ficodindia fluttuante). Invece parlami della tua pittura attuale.
R- Quella attuale è una pittura astratta sulla quale inserisco o meglio sovrappongo delle forme geometriche, eseguite con la tecnica della velatura. Con le forme astratte, che dipingo d’istinto, tenendo conto soltanto della giusta armonia dei colori, intendo rappresentare l’energia che dal vuoto si manifesta in materia tangibile, questa la rappresento con le forme geometriche velate, perché anch’ essa è effimera e soggetta a continui cambiamenti ed evoluzioni e perché in fondo anche la materia è energia.
Cosa ti dà la pittura, e cosa ti ha insegnato l’arte?
R- la pittura mi dà tanto, mi dà la gioia grande di creare qualcosa che un attimo prima non esisteva. Io non amo riprodurre né tantomeno reinterpretare la realtà. Io amo dipingere le emozioni, amo dare forma ad un profumo o ad un suono. La pittura e l’arte a me hanno insegnato tanto, mi hanno insegnato ad avere rispetto per tutto e tutti e per il bello. Mi ha insegnato a non strappare neanche un filo d’erba selvatica se non per effettiva necessità. Penso o meglio sono convinto che un’azione compiuta da un singolo individuo possa influenzare un’intera comunità. Quindi cerchiamo sempre la via del bene, per “creare”, come si fa con un’opera d’arte, una società migliore.
Ancora un’altra domanda se non ti dispiace, posso?
R- Certo ti risponderò con piacere
Ho visto dal curriculum che hai partecipato ad una mostra collettiva curata dal prof. Sgarbi e hai anche una bella ed importante recensione scritta di suo pugno. Come mai non la citi in questa intervista?
R- Penso che tutto si possa dire di Sgarbi, ma che nessuno possa mettere in dubbio la sua onestà intellettuale, soprattutto quando l’argomento che tratta è l’arte. Ma il suo temperamento spesso irruento (tanto per usare un eufemismo), puo’ fargli perdere la credibilità. Per evitare fraintendimenti in questa intervista avevo deciso di non menzionarlo ma visto che me lo chiedi, ti racconterò volentieri come ho avuto la recensione dal noto critico. Un mio amico gallerista, che aveva in collezione alcuni miei lavori e che contava amicizie nell’entourage di Sgarbi, fece in modo di contattarli per fare vedere al professore i miei dipinti. Sgarbi li vide e gli piacquero molto, scrisse per me una recensione firmandola di pugno e mi fece anche una dedica. Io per ricambiare la cortesia donai al mio amico due miei dipinti. Penso fosse il minimo che potessi fare per ringraziarlo.