Casa del Contemporaneo sbarca in laguna
Alla Biennale Teatro 2020, infatti, il direttore Antonio Latella, per illustrare il tema “del teatro e della censura”, ha scelto due produzioni post-teatrali della scena campana contemporanea, a metà tra performance, video, danza contemporanea e istallazione d’arte: «Automated Teller Machine» di Giuseppe Stellato (terzo atto di una trilogia sul rapporto fra l’uomo e la macchina) nata col sostegno dell’ex Asilo Filangieri e «Nanaminagura» di Antonio Ianniello, prodotta da Casa del Contemporaneo in collaborazione con Tradizione e Turismo/Teatro Sannazaro. Le due performance sono in programma agli Arsenali alle Tese dei Soppalchi.
Queste produzioni rappresentano quella espressività che fra gesto umano e tecnologia si allontana sempre più dalla classica scrittura drammaturgica per accedere a quella scenica attraverso imprescindibili supporti audio-visivi.
Prodotta dal centro di produzione Casa del Contemporaneo in collaborazione con Tradizione e Turismo/Teatro Sannazaro, “Nanaminagura”, la performance ideata dall’attore, drammaturgo e regista salernitano Antonio Ianniello – proposta a Venezia in prima nazionale -, evoca lontani miti e riti e un immaginario di fauni e creature che abitavano le fiabe che ci raccontavano da bambini.
“Nanaminagura” è uno scioglilingua – che si ispira al nome di Nanami Nagura, una donna giapponese che ha vinto un incredibile premio finlandese, l’Air guitar championship, che incorona chi riesce a mimare il miglior assolo di chitarra senza strumento – ripetuto come un mantra.
Sedotto dal gioco collettivo della schitarrata immaginaria, Ianniello ha pensato ad una teca in cui si riflette un corpo dal collo in giù ed un performer (Gianmaria Borzillo) davanti a una sagoma che rappresenta se stesso di fronte al quale inizia a cadere più volte.
La teca, una volta attivata, comincia ad emettere suoni (le musiche sono di James Ferraro, profeta della vaporwave) e a parlare, ma il suo è un linguaggio parziale, limitato, attraversato da parole chiave e simboli come Madre, Grip, Mr. Balut e Stambecco per velocizzare l’articolazione di movimenti o pensieri, per mettere in voce un concetto che altrimenti resterebbe indistinto.
Borzillo – campano anche lui – oltre ad essere interprete di “Nanaminagura” è anche uno degli 11 finalisti del progetto formativo dedicato ai registi italiani under 30 (Biennale College Teatro) che si sviluppa nell’arco del biennio (2020-21), strutturandosi in più fasi di selezione fino alla proclamazione finale di un unico regista vincitore che svilupperà il suo spettacolo con il tutoraggio dello stesso Antonio Latella per presentarlo nell’ambito della Biennale Teatro 2021.
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Antonio Ianniello, è nato a Salerno (nel 1979) e vive a Roma. Si è diplomato all’Accademia D’Arte Drammatica Silvio D’Amico e laureato in filosofia all’Università La Sapienza di Roma dove attualmente sta svolgendo un dottorato di ricerca sulla percezione umana. Il suo progetto, NANAMINAGURA, che debutta alla Biennale di Venezia–Teatro 2020 (prodotto dai due centri di produzione napoletani: Casa del Contemporaneo e Tradizione e Turismo\Teatro Sannazaro) si ispira a questo percorso di ricerca. Attore, drammaturgo e regista ultimamente – nell’ambito delle arti performative – ha realizzato lavori e progetti che indagano l’intersezione tra teatro, conceptual&visual art. Il suo interesse è indirizzato in modo particolare alla creazione di performances – intese come strange tools – che permettano ai partecipanti di osservare il processo della propria cognizione. Ha collaborato con istituzioni e festival nazionali ed internazionali come il Singapore Arts Festival, EU Collective Plays Project , Festival Kilowatt, Benevento Città Spettacolo, Armunia Festival, Teatri Uniti, Rai radio3. I suoi lavori sono pubblicati all’estero in raccolte edite da Routledge, The Finger Players\Singapore, in Italia da Editoria & Spettacolo. E’ stato finalista al Premio Scenario 2010 e al Premio Riccione-Teatro nel 2009.
[www.antonioianniello.com]
Gianmaria Borzillo, performer, nasce a Sorrento nel 1995, è un danzatore/performer. Si diploma alla Civica Scuola Paolo Grassi di Milano. Ha lavorato come performer con Dana Yahalomi e il suo collettivo Public Movement di Tel Aliv. Attualmente collabora con Alessandro Carboni per “Context” e con Alessandro Sciarroni in due produzioni, Augusto (2018) e Save the last dance for me (2019).