Il castello di carta: la prima Guida letteraria di Salerno

Il castello di carta: la prima Guida letteraria di Salerno

Dalla A alla Z: 83 scrittori che in ogni epoca sono nati a Salerno, nei tanti Comuni del territorio, vi hanno soggiornato o ne hanno scritto. Un viaggio nel tempo e nei luoghi, profili brevi e intensi come racconti, pagine in cui vita e scrittura si fondono in uno degli angoli del Sud più densi di trame.
Dal 20 maggio esce in tutte le librerie e store online “Il castello di carta. Guida letteraria di Salerno e della sua provincia” del giornalista e scrittore Paolo Romano, che firma per Marlin editore, la casa editrice di Tommaso e Sante Avagliano (collana La camera del fuoco, 304 pp., 16,90 euro), una novità assoluta. Un’occasione per raccontare da un punto di vista originale un angolo di Mezzogiorno da 2500 anni fa a oggi. Un libro che non c’era e che riserva parecchie sorprese e scoperte. Un racconto dalla lettera A del filosofo Nicola Abbagnano alla V di Virgilio, passando per autori come Amendolara, Andersen, Boccaccio, Califano, Casanova, Ceronetti, Croce, D’Annunzio, D’Aquino, De Crescenzo, De Curtis, De Giovanni, De Silva, Di Giacomo, Durante, Foscolo, Gatto, Gide, Izzo, Matvejević, Marrazzo, Parmenide, Pasolini, Piovene, Petrarca, Pirro, Prezzolini, Prisco, Rea, Saba, Sanguineti, Steinbeck, Ungaretti e Vico, solo per citarne alcuni.
Da Sàndor Màrai, il grande scrittore ungherese che visse in quasi totale anonimato in un palazzo della zona orientale della città, al premio Nobel Salvatore Quasimodo, che fu colto da malore in Costiera Amalfitana. Dalla storia-leggenda dell’approdo di Ernest Hemingway ad Acciaroli al novelliere Masuccio Salernitano, dal poeta Torquato Tasso che visse in città la sua fanciullezza all’americano-ravellese Gore Vidal: Salerno e l’intero salernitano sono al centro di vissuti, soggiorni, toccate e fughe di figure letterarie celebri ma anche poco conosciute, spesso dimenticate o tutta al più ricordate soltanto nel rettangolo d’una targa toponomastica. Con questo libro, Paolo Romano colma una lacuna e dà vita alla prima guida letteraria di Salerno e della sua provincia, una sorta di summa letteraria, un “Castello di carta”, per usare la metafora del titolo, un presidio culturale a difesa della memoria e delle radici che la scrittura ha costruito nel solco dei secoli

Sottolinea Romano: «Non c’è solo la città di Salerno ma anche la sua provincia, che è una delle più vaste d’Italia, al centro de “Il castello di carta”, costruito nei secoli dagli scrittori. Ho cercato di avventurarmi nelle loro “stanze” talvolta segrete o poco conosciute. Ho intercettato e intrecciato storie, aneddoti, curiosità, versi, frammenti di vita. La sfida di partenza era dimostrare che la Letteratura è trasversale a ogni centro di potere, che una guida letteraria la si può scrivere non solo per metropoli come Londra, Roma o Parigi. È la periferia dell’impero che volevo raccontare».

Non a caso il libro ha come esergo alcune frasi significative di Saramago, Caproni, Calvino e Scotellaro. Nella presentazione al volume Gennaro Sangiuliano, direttore del Tg2 della Rai, scrive: «In luogo delle centinaia di pagine che occorrerebbero magari per un solo autore, Romano sa cercare quel che conta, compie gustose scorribande letterarie, fruibili come ritratti che colgono in punta di penna l’essenziale, il profilo più autentico d’un autore, il suo interfacciarsi con quel meraviglioso angolo di Mezzogiorno rappresentato dal salernitano. Cartina alla mano, accanto a Salerno e alle costiere amalfitana e cilentana compaiono le periferie, i piccoli centri, i borghi e le città dell’entroterra. Le parole che ruotano intorno a questa “cartina minore” ci ricordano che in molti casi i veri viaggi letterari sono stati compiuti ai margini dei percorsi maggiormente gettonati, alla scoperta dell’Italia più viva e autentica. Un libro che non può mancare nelle biblioteche di quanti amano la cosiddetta letteratura di viaggio. In questo caso l’oggetto d’indagine non è rappresentato da mete esotiche, ma dall’antico e glorioso Principato Citra».

L’autore
Laureato in Lettere, scrittore, giornalista, docente, già collaboratore del Televideo Rai-Giubileo, Paolo Romano è redattore dell’emittente televisiva Tds. Ha realizzato documentari in India, Tunisia, Germania, Israele, Egitto e Giordania. Ha collaborato con le pagine culturali dei quotidiani: “Il Mezzogiorno”, “Il Corriere di Salerno”, “Il Mattino”, “La Città”. Scrive per “Il Quotidiano del Sud”. Ha pubblicato, tra gli altri: il volume di poesie Menti Perdute (1995); le prose poetiche Circostanze (2000), Meridioni. Ovvero della docilità dei luoghi e Mille quadri non dipinti (2015), con la prefazione di Erri De Luca. Una sua silloge di poesie è stata tradotta in inglese e pubblicata negli Stati Uniti su “Gradiva. International Journal of Italian Poetry”. I suoi ultimi libri sono La storia di Salerno. Dalla preistoria ai giorni nostri (2019) e Storia del Coronavirus a Salerno e in Campania (2020), editi entrambi da Typimedia.


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