Ciarambino: “Curiamo i positivi in ospedali Covid e facciamo ripartire gli altri presidi”

Ciarambino: “Curiamo i positivi in ospedali Covid e facciamo ripartire gli altri presidi”

La vicepresidente del Consiglio regionale: “Paradossale che Cardarelli sia bloccato, mentre al S. Giovanni Bosco le attività sono ferme”

“Il sensibile incremento della curva dei contagi ha comportato, inevitabilmente, una saturazione dei principali ospedali dell’area metropolitana di Napoli, incapaci di assicurare, allo stesso tempo, il funzionamento delle reti per le patologie tempo-dipendenti, l’accoglienza dei pazienti Covid e di quelli che, bisognosi di assistenza urgente, sono occasionalmente refertati come positivi. A questo di aggiunga l’odissea delle ambulanze, ferme per giorni nei parcheggi degli ospedali, in attesa di sbarellare pazienti che dovranno essere ulteriormente trasferiti nei Covid hospital. Una situazione che ha comportato la sospensione di ogni genere di prestazione ordinaria, con il rischio, stando all’allarme lanciato in questi giorni dalla Società Italiana di Chirurgia, di dover differire addirittura gli interventi oncologici. In una fase di necessaria riorganizzazione, resta paradossale che presidi come il Cardarelli e l’Ospedale del Mare, si ritrovino con il Pronto soccorso oberato e i reparti completamente fermi, mentre un ospedale come il San Giovanni Bosco, escluso dalle attività di Pronto Soccorso, abbia dovuto sospendere anche le prestazioni ordinarie ed oggi è semivuoto”. Lo denuncia la vicepresidente del Consiglio regionale della Campania e capogruppo regionale M5S Valeria Ciarambino, che ha inviato una nota alle dirigenze del servizio sanitario regionale, dell’Unità di Crisi, della Asl Napoli 1 e al governatore della Campania, nella quale chiede, nell’ambito di una riorganizzazione ancora in atto, di “disporre che i pazienti Covid non siano più inviati ai Pronto soccorso generalista ma direttamente ai Covid hospital o nei moduli prefabbricati, così da ripristinare le attività specialistiche e chirurgiche. Solo separando i percorsi Covid e non Covid – conclude Ciarambino – sarà possibile preservare i maggiori Dea della Campania da focolai di contagio, consentendo al contempo la ripresa delle attività mediche e chirurgiche non indifferibili”.


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